Pubblicato il 7 Giugno, 2025 da

Nutriscore 2025: il sistema di etichettatura alimentare è davvero superato?

Negli ultimi anni, il dibattito sull’etichettatura nutrizionale front-of-pack – quella che compare sulla parte anteriore delle confezioni – è diventato centrale in Europa. Al centro della discussione: il Nutri-Score, un sistema a semaforo nato in Francia per aiutare i consumatori a scegliere gli alimenti in base al loro profilo nutrizionale. Ma nel 2025, qualcosa è cambiato.

La Commissione Europea ha annunciato ufficialmente che non adotterà il Nutri-Score come sistema obbligatorio per tutta l’UE, preferendo sviluppare una nuova proposta condivisa che tenga conto della diversità alimentare dei Paesi membri. Una svolta che riapre il dibattito sulla comunicazione del valore nutrizionale degli alimenti e su come tutelare davvero i consumatori… senza penalizzare le eccellenze agroalimentari.

Cos’è il nutri-score e perché ha diviso l’Europa

Il Nutri-Score è un sistema di etichettatura nato in Francia nel 2017, basato su una scala cromatica e alfabetica da A (verde scuro, più salutare) a E (rosso, meno salutare). Il punteggio è calcolato su 100 grammi di prodotto, considerando sia nutrienti positivi (come fibre e proteine) che negativi (zuccheri, grassi saturi, sale, calorie).

Ma proprio questa logica “per 100 grammi” è stata al centro di forti critiche, in particolare da parte dell’Italia, perché non tiene conto delle porzioni reali consumate né della composizione alimentare tipica della dieta mediterranea. Alcuni esempi controversi?

  • L’olio extravergine di oliva riceve una “C”, pur essendo alla base di una dieta salutare.

  • Una bevanda dietetica artificiale può ottenere una “B” o una “A”, pur non apportando alcun valore nutrizionale reale.

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2025: addio Nutri-Score, ma il dibattito resta aperto

Nel 2025, la Commissione Europea ha deciso di non adottare ufficialmente il Nutri-Score, accogliendo le critiche di Paesi come Italia, Grecia e Repubblica Ceca. La motivazione? Nessuno dei sistemi esistenti risponde in modo efficace all’esigenza di armonizzare l’etichettatura nutrizionale senza discriminare tradizioni alimentari e prodotti tipici.

Fonte: Federvini – Addio Nutriscore

In parallelo, la Francia ha aggiornato il suo Nutri-Score con un nuovo algoritmo, più severo con le bevande zuccherate e più attento ai contenuti proteici e fibrosi. Ma la sua adozione resta volontaria e limitata ai singoli Stati, tra cui Francia, Belgio, Germania, Spagna e Paesi Bassi.

Fonte: Valori.it – Nutri-Score aggiornato

L’alternativa italiana: il NutrInform Battery

Dal 2020, l’Italia ha promosso come alternativa il sistema NutrInform Battery, che indica i valori nutrizionali per singola porzione, mostrando con delle “batterie” il contributo di ciascun nutriente rispetto all’assunzione giornaliera consigliata. Non assegna voti o giudizi, ma informa.

Il problema? È considerato più complesso da leggere per il consumatore medio, e non è stato adottato da molti altri Paesi. Tuttavia, resta un esempio concreto di come si possa comunicare in modo equilibrato, senza “demonizzare” alimenti simbolo del Made in Italy.

👉 Approfondimento: Il Fatto Alimentare – NutrInform Battery vs Nutri-Score

Quali scenari si aprono ora?

L’UE ha annunciato la volontà di proporre un nuovo sistema di etichettatura armonizzato entro il 2026, che non sia la copia del Nutri-Score né una sua versione edulcorata. L’obiettivo è duplice:

  • informare i consumatori in modo trasparente e comprensibile;

  • tutelare le diversità agroalimentari e culturali dei 27 Stati membri.

Intanto, la partita si gioca anche sul piano geopolitico: chi controllerà l’etichettatura dei prodotti, controlla in parte anche il mercato alimentare europeo. Per questo motivo, il tema è osservato con estrema attenzione da istituzioni, associazioni di categoria, imprese e consumatori.

Cosa significa tutto questo per il made in Italy?

La vicenda del Nutri-Score ha messo in luce un problema profondo: l’equilibrio tra semplificazione e verità nutrizionale. Etichettare un prodotto come “buono” o “cattivo” senza contestualizzare quantità, frequenza e funzione all’interno della dieta rischia di essere fuorviante.

Il settore agroalimentare italiano – ricco di prodotti DOP, IGP, tradizionali e poco processati – ha bisogno di sistemi che sappiano:

  • raccontare la complessità senza semplificazioni eccessive;

  • valorizzare la qualità legata al territorio;

  • educare il consumatore, non solo orientarlo con un colore.

Verso un’etichettatura più giusta e consapevole

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per l’etichettatura nutrizionale in Europa. Il Nutri-Score, per anni al centro del dibattito, sembra destinato a rimanere una delle opzioni disponibili, ma non lo standard unico dell’UE. L’Italia ha avuto un ruolo decisivo nel bloccarne l’adozione, ma ora la sfida è costruire un’alternativa realmente condivisa, che tuteli la salute ma anche le culture alimentari.

Per i giovani che si formano nel mondo agroalimentare – come quelli dei corsi ITS Agroalimentare – comprendere questi meccanismi è fondamentale per difendere e promuovere i prodotti italiani con competenza e consapevolezza.