Pubblicato il 26 Aprile, 2023 da

Cosa sono le Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) e perché se ne parla in Italia

Cosa sono le Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, e cosa si racchiude in questa sigla è possibile spiegarlo in maniera anche relativamente semplice: sono un insieme di tecniche moderne, volte al miglioramento genetico delle piante. Queste tecniche permettono di ottenere piante resistenti agli agenti patogeni come batteri e funghi, resilienti ai cambiamenti climatici a cui sono sottoposte, più efficienti per quanto riguarda la produttività e in linea con le esigenze dei consumatori odierni.

Perché se ne parla oggi in Italia? Perché il nostro potrebbe essere il primo Paese in Europa a sperimentare in campo queste nuove tecnologie.

Le differenze tra Tea e Ogm

Gli agricoltori hanno cercato, per migliaia di anni, di selezionare le colture per renderle più produttive e meno suscettibili all’attacco di patogeni, come ad esempio funghi e batteri. Questa selezione avveniva direttamente sui campi: venivano presi gli elementi più performanti, venivano incrociati e riseminati. Questo lavoro comportava un impegno lungo e anche complesso. La produttività aumentò quando, ad inizio del ‘900, si adottò un approccio anche scientifico.

L’arrivo degli Ogm, organismi geneticamente modificati, degli anni ’90, hanno condensato enormi aspettative, ma anche altrettante paure. A causa dell’avversione dell’opinione pubblica, questo meccanismo si è bloccato, almeno in Europa. Da qualche anno si sente parlare di Ndt, New breeding techniques, un insieme di tecnologie completamente nuove, che promette di rivoluzionare i processi di miglioramento genetico e di scacciare le paure sugli Ogm.

Questo acronimo è di origine anglosassone e in italiano viene tradotto con Tea, Tecnologie di evoluzione assistita. Un  termine, questo, che vuole richiamare la naturalezza di questa tipologia di miglioramento genetico. Le Tea, in poche parole, non fanno altro che richiamare gli stessi processi che avverrebbero normalmente in natura, cosa che gli Ogm fanno invece non fanno.

Mentre nei meccanismi Tea il passaggio tra geni avviene tra specie sessualmente compatibili, nel caso degli Ogm questo può avvenire anche tra regni diversi, come ad esempio tra batteri e piante.

C’è da dire, poi, che gli Ogm sono molto più costosi da ottenere, richiedono tempi molto più lunghi e non garantiscono risultati così precisi come le Tea.

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Le Tea a servizio dell’agricoltura italiana

Se siamo riusciti a spiegare cosa sono le Tea, occorre anche specificare e chiarire il perché se ne stia parlando così tanto in Italia. Una maggiore produttività, più sostenibilità, più efficienza: sono solo alcuni dei vantaggi che le Tea assicurano all’agricoltura italiana. Oltre al fatto che le piante modificate richiedono un minore impiego di agrofarmaci e sono ampiamente più resistenti ai cambiamenti climatici. Fattore fondamentale è che le Tea non stravolgono i tratti delle colture su cui si basa il made in Italy.

Un esempio? Si potrebbe prendere un vitigno  come il Sangiovese e renderlo resistente sia a peronospora che allo oidio, senza modificarne i tratti che lo rendono così unico e insostituibile. L’agricoltura ottenuta sarebbe così più sostenibile e produttiva.

“Le Tea sono una tecnologia biotech semplice, economica, accessibile a tutti e che ha trovato largo consenso anche da parte delle associazioni di settore, e proprio per queste caratteristiche sembra fatta su misura per fare apprezzare ancor di più la nostra agricoltura: ricca di varietà tipiche, colture di nicchia e piccole imprese”, spiega Elena Sgaravatti, vicepresidente di Assobiotec, l’Associazione di categoria che rappresenta le imprese attive nel settore.

Il processo di accelerazione, dovuto alle Tea, degli avvenimenti già presenti in natura, potrebbe avere il via libera con un “provvedimento ponte” a costo zero. Sarebbe sufficiente un emendamento al decreto siccità, scorporando i contributi per la ricerca che potrebbero invece trovare spazio nella prossima legge di bilancio.

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I quattro vantaggi delle Tea per l’agricoltura

Sia l’Unione Europea che i consumatori richiedono un minor uso di agrofarmaci. Con meno strumenti a disposizione e in un contesto ambientale in continuo mutamento, la sfida degli agricoltori diventa quella di continuare a produrre reddito e produzioni di alta qualità, per essere sempre più competitivi sul mercato.

Le Tea, potendo generare piante resistenti ai patogeni, limitano considerevolmente l’uso di agrofarmaci e garantiscono la produttività dei campi. Ad esempio, i patogeni fungini da serra rappresentano un vero flagello per gli orticoltori. Ebbene, si sta già lavorando a piante di basilico immuni alla peronospora.

Il secondo vantaggio è la resilienza agli eventi climatici. Nuove condizioni ambientali, come l’aumento delle temperature medie o le sempre più frequenti bombe d’acqua, mettono sotto stress le colture che sono state selezionate nel corso degli anni per adattarsi ad un ambiente che, di fatto, oggi non esiste più.  Con le Tea è possibile proteggere queste varietà rendendole maggiormente resistenti ai cambiamenti climatici, senza tuttavia perdere quelle caratteristiche che al settore sono costate anni ed anni di lavoro.

Fertilizzanti: anche in questo caso, sia l’Ue che i consumatori chiedono un minor impiego di concimi, soprattutto quelli di sintesi. Le moderne varietà hanno performance particolarmente elevate in termini di produttività e caratteristiche tecnologiche. Ma richiedono ingenti input produttivi, ad esempio sotto forma di acqua e fertilizzanti.

Il mais si presta bene a comprendere l’importanza delle Tea da questo punto di vista. Una Ditta americana, Pivot Bio, ha selezionato dei ceppi particolari di batteri azotofissatori. A questi,  comunemente presenti in natura, è stata aumentata l’efficienza rendendoli adatti ad entrare in simbiosi con il mais.

Cosa vogliono i consumatori

Il quarto vantaggio delle Tea sta nel soddisfare le esigenze dei consumatori. Il lavoro dei genetisti è quello di selezionare nuove varietà che siano più corrispondenti alle richieste del mercato. Gli esempi sono tanti: uva senza semi, mele e kiwi a polpa rossa, il colore del grano più giallo piuttosto che bianco.

Attraverso le Tea i genetisti sarebbero in grado di rispondere in maniera più puntuale e veloce ai gusti del consumatore e alle necessità costantemente in evoluzione da parte dell’industria. Pensiamo ad esempio alle caratteristiche dei valori nutrizionali: si potrebbero selezionare varietà arricchite in micronutrienti, oppure, rimanendo in Italia, prive di metalli pesanti o più sicure ed appetibili per i bambini.

Si potrebbe quindi dire che, con le Tea, l’unico limite potrebbe essere la nostra immaginazione.

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