Pubblicato il 26 Ottobre, 2022 da

Brand Ambassador Instagram: anche l’agrifood ha i suoi Influencer

Se del Brand Ambassador abbiamo già parlato in uno dei precedenti articoli di questo blog, descrivendo chi è e cosa fa, sul tema dell’Influencer Marketing nel settore Agrifood c’è ancora molto da dire. Anche in questo comparto, infatti, fondamentali sono i canali social. Ecco perché parliamo di Brand Ambassador su Instagram. Vediamo quindi di cosa si occupa l’Influencer dell’Agrifood.

Il Brand Ambassador in relazione all’Influencer Marketing

Abbiamo già reso ben definita la figura del Brand Ambassador. Questo professionista nasce dalla necessità di dotare anche le aziende della filiera agroalimentare di professionisti del marketing strategico in grado di promuovere attivamente l’azienda stessa ed i suoi prodotti.

Nel mondo del marketing spesso i confini sono molto sottili: definizioni e figure possono coincidere o sovrapporsi,  intrecciarsi o incrociarsi, generando anche ibridi interessanti. Nelle prossime righe parleremo di Brand Ambassador in relazione all’influencer marketing, cercando di spiegare come e perché trasformare un influencer in brand ambassador, o un brand ambassador in influencer, o addirittura farli coincidere, potrebbe essere vantaggioso per le aziende.

La differenza tra Brand Ambassador e Influencer

Si potrebbe dire, ragionando con estro, che il Brand Ambassador “sposa” o si “fidanza” con l’azienda, c’è un rapporto di continuità, regolare e di impegno reciproco. Mentre per l’Influencer è una semplice “cotta estiva”, più o meno breve, di certo piacevole, ma non esclusiva. Infatti entrambi possono avere collaborazioni attive con altri.

Il Brand Ambassador è un professionista che rappresenta il brand o l’azienda in modo positivo. Viene solitamente ingaggiato dall’azienda stessa allo scopo di far crescere la brand awareness e, di riflesso, le vendite. È quindi, a tutti gli effetti, un vero Influencer.

Le collaborazioni tra aziende e influencer (testimonial con un grande seguito sui social) esistono praticamente da sempre, che siano essi più o meno famosi. Oggi però c’è un valore che determina una certa differenza: il potere amplificatore dei social. Se questa “cotta estiva”, tra azienda e influencer, risulta essere piacevole e funziona per entrambi, perché non trasformarla in un rapporto più duraturo?

Questo, sia online che offline, potrebbe portare ottimi risultati. Online, ad esempio, si avrebbero contenuti sempre aggiornati, una garanzia di pubblicazione regolare e continua di ciò che riguardano il brand sui canali digitali. Oppure, per quanto riguarda l’offline, la partecipazione dell’influencer ad un evento, una festa o una presentazione o, ancora, il lancio di un nuovo prodotto.

 

Il social per eccellenza dell’influencer marketing è di certo Instagram: qui gli utenti attivi sono 1,074 miliardi (di cui 25,6 milioni in Italia). Più del 50% sono under 35 e il tasso di engagement è in media pari al 1,29%. Il tempo medio giornaliero passato su Instagram è di 30 minuti e circa l’83% usa questo social per scoprire prodotti e servizi nuovi.

Proprio su questa piattaforma i food influencer, ad esempio, spuntano come funghi. Ma anche professionisti nel settore lifestyle, fashion, make up, prodotti beauty, viaggi e via dicendo.

Nel caso di Instagram, gli influencer nel corso degli anni hanno raggiunto una buona credibilità tra i propri follower e sono in grado di influire sui loro comportamenti e decisioni di acquisto.

Come lavora un Influencer dell’Agrifood

Secondo uno studio a cura di Cerved un terzo dei giovani tra i 18 ed i 34 anni si fida maggiormente di un’azienda se la sua promozione passa attraverso influencer.

Si può iniziare dicendo qual è la cosa più sbagliata: acquistare follower! Infatti è proprio l’engagement, ossia la capacità di una persona o di un  prodotto di instaurare con i propri utenti delle relazioni robuste e longeve, quello che le aziende guardano prima di rivolgersi ad una o ad un’altra personalità Instagram.

Oltretutto, in generale, ed ancor di più nel mondo alimentare, i grandi numeri servono a poco. Meglio micro-influencer con un tasso di coinvolgimento molto alto che  100k follower, ma pochissime interazioni.

Queste figure possono fare molto per le aziende:

  • utilizzare la fiducia e le relazioni create nel corso degli anni per influenzare le scelte di acquisto dei possibili clienti di un brand;
  • comunicare con un target verticalizzato e potenzialmente interessato a saperne di più su un brand e sui prodotti proposti;
  • migliorare la brand awareness, ovvero lavorare sull’ampliamento della notorietà di una determinata azienda.

È chiaro, quindi, che questo tipo di occupazione va molto oltre il semplice “mangiare gratis in un ristorante” per fare pubblicità. Nemmeno postare una foto e ricevere tanti like è sufficiente per definirsi influencer.

È necessario un notevole spirito commerciale per iniziare a lavorare davvero in questo settore, da affiancare poi ad altre e numerose skill verticali e trasversali che vengono richieste a tutti coloro che hanno deciso di fare dell’influencer marketing, o Brand Ambassador Instagram, una vera professione.

Leggi anche: Storytelling nell’agrifood. L’asso nella manica del Brand Ambassador

Instagram nel settore dell’Agrifood

Il settore dell’Agrifood ha una rilevanza culturale e d’immagine per il nostro Paese enorme, e spesso diventa sinonimo di buona tavola e buon cibo. È oltretutto un comparto che contribuisce anche in modo oltremodo significativo all’economia italiana. Rappresenta un’eccellenza che primeggia sul piano della qualità, della sicurezza alimentare, dell’innovazione tecnologica d’avanguardia, della sostenibilità, della biodiversità e del rispetto della tradizione.

In questo campo così vasto sono innumerevoli le opportunità lavorative, anche e soprattutto nel settore della comunicazione. Dal food influencer, come Benedetta Rossi de “Fatto in casa da Benedetta” (tra le 100 donne Forbes Italia nel 2020) è tra i personaggi più amati, all’AgriFoodTech, campo della produzione e del consumo sostenibili, water e agricultural policy, della responsabilità sociale d’imprese, come Marta Antonelli, responsabile dell’Area Ricerca della Fondazione Barilla Center for Food Nutrition.

Il Sole 24 Ore riferisce che sono sempre più le aziende del mondo agroalimentare che si impegnano per consolidare la propria presenza sui social network. Il Brand Ambassador Instagram sembra guadagnare anche trasparenza (ovvero l’utilizzo dei relativi hashtag come #adv o #sponsored) e, conseguentemente, maggiore autorevolezza e professionalità.

In particolare, secondo il nuovo report Buzzoole, nel 2021 sono stati pubblicati 426.233 contenuti “trasparenti” che hanno generato 214 milioni di interazioni. Anche questo anno Instagram viene riconfermato come luogo preferito per le attività promozionali con i creator, con il 65,4% dei post e l’88,2% delle interazioni generate, ma soprattutto un aumento dei post trasparenti del +69%.

Come diventare Brand Ambassador Instagram nel settore dell’Agrifood

Tutto quello che abbiamo detto ci porta a sottolineare un concetto fondamentale: per avviare campagne pubblicitarie di successo o aumentare la presenza e la visibilità sui canali social è fondamentale scegliere l’influencer o brand ambassador giusto con cui lavorare. Una persona con forte capacità comunicative, specializzata nel marketing, nell’export management, nella valorizzazione dei brand aziendali.

ITS Academy Agroalimentare, con il corso Corso Tecnico Superiore Brand Ambassador per la valorizzazione delle Imprese Agroalimentari, prepara professionisti in grado di soddisfare la crescente richiesta delle aziende e dei brand.

Il corso Brand Ambassador è una grande sfida: Fondazione ITS Roma e Viterbo è stata la prima dei grandi attori che ha voluto investire in questo ambito, dando rilevanza e posizionamento sul mercato ai giovani che vogliono acquisire competenze nel marketing, nell’export management, nella valorizzazione dei brand aziendali.

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