Pubblicato il 9 Febbraio, 2022 da

Le professioni del futuro sono digitali e green

 

Unioncamera – ANPAL indica nel rapporto “Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2021-2025)” le previsioni occupazionali dei prossimi anni. Nel rapporto emerge che le professioni del futuro sono digitali e green.

Come le transizioni ecologica e digitale stanno cambiando il mondo del lavoro

Il rapporto indica una richiesta di posizioni lavorative, per i 5 anni considerati, compresa tra 3,5 e 3,9 milioni. Specifiche competenze digitali (circa 2 milioni di lavoratori) e competenze “green” (circa 2,3 milioni di lavoratori) sono le figure professionali maggiormente richieste nei prossimi anni. Alcuni esempi: Data Scientist, Cyber Security Expert, Manager Aziendale specializzato in digitale, Giurista Ambientale, Certificatore di Prodotti Biologici.

La transizione digitale

Transizione digitale, transizione verde e transizione demografica sono trasformazioni che influenzeranno profondamente la società sotto diversi aspetti, soprattutto, la struttura occupazionale nel prossimo futuro.

L’impatto della rivoluzione digitale sul mercato del lavoro dipenderà dalla possibilità reale di alcune tecnologie di soppiantare lavori routinari, che siano essi semplici o complessi, e al tempo stesso di alimentare la domanda per nuove figure professionali altamente qualificate che richiedono competenze complesse e specifiche. Il lavoro si trasformerà in chiave 4.0, rendendo necessarie e-skills in modo trasversale a diverse professioni per sfruttare le tecnologie.

La transizione green

Parallelamente, l’impegno dalle maggiori economie mondiali in campo energetico e ambientale nella “transizione verde”, attuando una strategia di crescita basata su inclusione e innovazione in cui si prefissano ambiziosi obiettivi ambientali, favorirà lo sviluppo di opportunità occupazionali per tutte quelle attività legate alle tecnologie rinnovabili, con effetti positivi di ricaduta sui settori a queste connessi.

La transizione demografica

In questi due filoni si innestano i processi demografici. La possibilità di vivere più a lungo e in condizioni migliori avrà il duplice effetto di modificare la composizione per età della forza lavoro rendendola sempre più multigenerazionale.

Contestualmente, cambieranno i modelli di consumo e di spesa, con un peso sempre maggiore della cosiddetta “silver economy”, ossia il settore economico che si sviluppa attorno ai bisogni delle persone di età superiore ai 65 anni. Gli over50 acquisiranno sempre più centralità, sia come potenziali prestatori di lavoro sia come consumatori del domani. Perciò saranno necessarie iniziative di rafforzamento delle skills e di formazione formale e informale per facilitare l’inclusione degli over50 nel mondo del lavoro, ma anche degli immigrati tendendo conto dell’impatto dei flussi migratori in entrata nei paesi avanzati.

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Le risorse del PNRR

Le risorse per attuare i piani di ripresa e resilienza, PNRR appunto, verranno impiegate nei settori di particolare rilevanza per il valore aggiunto e l’occupazione in ciascun paese. Per quanto riguarda l’Italia si estendono anche al comparto agroalimentare con un pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. La Commissione Europea invita gli Stati membri a includere investimenti e riforme in alcuni ambiti così delineati:

  • “power up”: favorire la diffusione delle tecnologie pulite, lo sviluppo e l’uso delle energie rinnovabili e la loro integrazione mediante la modernizzazione delle reti e un’accresciuta interconnettività, ponendo anche le basi per i mercati dell’idrogeno e le relative infrastrutture in Europa;
  • “renovate”: migliorare l’efficienza energetica e delle risorse degli edifici pubblici e privati in ottica di conseguimento degli obiettivi climatici europei, promuovendo anche lo sviluppo digitale mediante la domotica e i sistemi di misurazione intelligenti;
  • “recharge and refuel”: sostenere l’uso di sistemi di trasporto sostenibili, accessibili e intelligenti, stazioni di ricarica e rifornimento e l’ampliamento dei trasporti pubblici;
  • “connect”: investire sulla diffusione dei servizi a banda larga rapidi in tutte le regioni, comprese le reti in fibra e 5G;
  • “modernise”: promuovere la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la modernizzazione dei servizi pubblici per fornire ai cittadini il controllo della propria identità e dei loro dati online e incentivare l’accesso ai servizi digitali;
  • “scale-up”: incrementare le capacità industriali europee di cloud di dati e sviluppare processori più potenti, all’avanguardia e sostenibili;
  • “reskill and upskill”: investire nella riqualificazione e nell’aggiornamento delle competenze, fattori fondamentali per sostenere le transizioni verde e digitale e rafforzare il potenziale di innovazione e di crescita.

Gli investimenti e le riforme dovrebbero concentrarsi sulle competenze digitali, sull’istruzione e la formazione professionale per tutte le età, sull’offerta di posti di apprendistato, prestando particolare attenzione alle donne e ai giovani che entrano nel mercato del lavoro.

I fabbisogni per professioni e competenze nel periodo 2021-2025

Quindi, l’ecosostenibilità e la digitalizzazione, già emersi come i principali fattori di trasformazione del mercato del lavoro, grazie all’impulso investimenti europei, assumeranno un peso ancora più rilevante nei prossimi anni, soprattutto nei piani di assunzione delle imprese.

Le competenze green

Nel 2019 l’ONU ha evidenziato che, nonostante i progressi conseguiti in molteplici aree, vi è la necessità di azioni e politiche sempre più rapide e ambiziose per realizzare la trasformazione economica e sociale necessaria per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Gli effetti della transizione verso la sostenibilità saranno pervasivi nell’economia e nella società, con importanti trasformazioni nel mercato del lavoro.

Da un lato, si apriranno nuove opportunità per i settori emergenti che si occupano di produzione di tecnologie rinnovabili e di prodotti e servizi sostenibili, che potranno esprimere un fabbisogno di green jobs. Dall’altro, i comparti produttivi responsabili del rilascio della maggior parte delle emissioni e dello sfruttamento della maggior parte delle risorse naturali saranno i più colpiti dalle politiche e rischiano di liberare parte della forza lavoro in essi impiegata, i cosiddetti brown jobs.

Oltre il 42% del fabbisogno di competenze green sarà soddisfatto dalle professioni ad elevata specializzazione e tecniche: in particolare si stima nel prossimo quinquennio una domanda compresa tra 976mila e 1 milione di lavoratori per il livello di skill almeno intermedio, di cui circa 593-618mila unità con importanza rilevante.

Tra le principali figure con competenze green di grado elevato risultano gli ingegneri (civili, energetici e meccanici), i tecnici nella gestione dei cantieri edili, i tecnici della sicurezza sul lavoro, gli architetti e gli specialisti del recupero e della conservazione del territorio, ma anche gli artigiani e gli operai specializzati nelle rifiniture delle costruzioni.

Anche nell’agroalimentare si possono prevedere interessanti sviluppi per l’agricoltura sostenibile, che dovrebbe esprimere il fabbisogno sempre più significativo di nuove figure come il certificatore di prodotti biologici, l’addetto al controllo degli impianti e dei processi produttivi nel rispetto alle norme ambientali o il bioagricoltore.

Infine, la spinta verso la transizione verde richiederà competenze green a professioni trasversali a più settori, come ad esempio il giurista ambientale, lo specialista in contabilità verde, l’esperto in fondi di investimento green, l’addetto commerciale per la promozione di nuovi materiali sostenibili o il responsabile degli acquisti green, come il Brand Ambassador.

Come diventare Certificatore Biologico e Brand Ambassador

Per iniziare un percorso di istruzione terziaria, maggiormente tecnica ed indirizzata al mondo del lavoro, sono stati creati gli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Il Corso tecnico superiore certificazioni e valorizzazione delle imprese biologiche e agroalimentari – Brand Ambassador della Fondazione ITS Agroalimentare di Viterbo, mira a formare tecnici in grado di gestire i processi gestionali legati alla filiera della Certificazione Biologica, occupandosi della predisposizione documentale, degli adempimenti per la più adeguata valorizzazione dei prodotti e dell’azienda.

L’obiettivo è quello di far acquisire ai discenti competenze di digitalizzazione 4.0 nell’ottica di promuovere lo sviluppo settoriale nazionale.

Le competenze digitali

La trasformazione digitale è il risultato di un complesso intreccio di cambiamenti indotti dai progressi realizzati in una varietà di tecnologie (Intelligenza Artificiale, Internet delle cose, robotica avanzata, stampa 3D, Blockchain e altre), nuovi materiali (bio e/o nano materiali, ecc.) e nuovi processi (macchine intelligenti e comunicanti tra di loro, impianti produttivi completamente automatizzati, processi produttivi interattivi).

La stima per il periodo 2021-2025 del fabbisogno di personale con capacità di utilizzare con importanza perlomeno intermedia competenze digitali, come l’uso di tecnologie internet, di strumenti di comunicazione visiva e multimediale, è compresa tra 2 milioni e 2,1 milioni di occupati (circa il 57% del fabbisogno totale).

La domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer.

Il rapporto evidenzia una crescita della domanda di figure quali specialisti dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico, professionisti dell’Internet of Things, specialisti della trasformazione digitale, specialisti dell’e-commerce, dei social media e della cyber security, che riflettono l’accelerazione del digitale e dell’automazione dei processi, nonché i rischi sempre più elevati per la sicurezza informatica.

In questa prospettiva, emerge la necessità di politiche che accompagnino la struttura occupazionale nel processo di adattamento a questi stessi mutamenti, per esempio attraverso il disegno e l’implementazione di piani formativi in grado di offrire le competenze necessarie a qualificare la nuova offerta di lavoro e a riqualificare quella già impiegata, in modo da soddisfare i fabbisogni occupazionali espressi dagli operatori economici di domani e limitare al massimo il rischio di disoccupazione tecnologica.

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La complementarietà tra competenze digitali e green

Infine, si può osservare una complementarietà tra competenze digitali e competenze verdi.

Da un lato, le tecnologie digitali e le competenze a queste correlate, hanno un ruolo cruciale per la transizione verde in svariati settori e ambiti: nelle utilities, nei trasporti e nei sistemi di gestione del traffico, nell’edilizia, nel risparmio energetico, nel controllo di tutti i processi produttivi circolari, nel controllo e gestione di tutti i rischi ambientali (sistemi di allerta, gestione di big data).

Dall’altro, la transizione digitale ha davanti a sé delle “sfide verdi” che vanno fronteggiate con competenze in ambiti quali l’efficienza energetica e la sostenibilità dei materiali, competenze per l’attivazione di “ecosistemi digitali verdi” finalizzati allo sviluppo della circolarità dei processi e dei prodotti digitali.